PESCA IN APNEA IN TOSCANA
ALL'ISOLA DEL GIGLIO CON JACOPO E TIZIANA
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Jacopo Giandominici e Tiziana Martinelli,
istruttori federali fipsas e grandi amanti della pesca profonda sono una coppia affiatata fuori e dentro l'acqua!
Innamorati dell'isola del Giglio ci parlano dei suoi fondali e della pesca ai grossi dentici...
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Qual è la vostra filosofia di pesca?
Entrambi amiamo la pesca in acqua libera alla ricerca di grandi prede. Viviamo questa passione come un vero e proprio stile di vita, chiamarla sport non ci piace, non amiamo il mondo delle gare che vuole riportare il confronto tra uomo e uomo, snaturando, secondo noi, la vera essenza dell’ andare in Mare per cacciare in Apnea.
In quali zone pescate abitualmente?
Viviamo in Umbria, lontano dal Mare, abbiamo l’Adriatico a circa 110 Km, ma non ci offre le caratteristiche e le prede per praticare i nostri tipi di pesca preferiti. Quindi dobbiamo viaggiare, praticamente l’ unico posto raggiungibile anche in un fine settimana è l’ Isola del Giglio in Toscana, un isola magnifica con fondali bellissimi e molto profondi. Lì abbiamo una piccolissima casa in affitto annuale, un piccolo gommone in società con un amico che vive sull’ isola e tutto quello che ci serve per dedicarci alla cattura dei grandi dentici. Durante la scorsa estate vi abbiamo vissuto per tre mesi pescando tutti i giorni, un’ esperienza faticosa ma bellissima!
Quali tecniche di pesca preferite?
Peschiamo quasi esclusivamente in acqua libera, soprattutto all’aspetto e all’agguato, sia in profondità che in acqua bassa. L’ uso di tali tecniche ci permette la cattura di cernie dentici e ricciole, le nostre prede predilette.
Che tipo di fondali trovate all’ Isola del Giglio?
Quasi esclusivamente fondali granitici che si articolano in molteplici tipologie: franate di massi che sprofondano anche oltre 30 metri, enormi monoliti rocciosi poggiati sulla sabbia, o qualche secca al largo della costa. Ci sono poi le praterie di posidonia che in alcuni punti si alternano a rocce e vi si possono trovare branchi di dentici o qualche grossa cernia bruna.
E' spesso torbida l'acqua o c'è buona visibilità?
Dipende dal periodo dell’anno, in genere la visibilità è molto buona, ma non sempre, in primavera se ci sono piogge abbondanti l’acqua può essere torbida arrivando anche a “soli” 3-4 metri di visibilità (che sono comunque tanti rispetto a molte zone costiere del centro Italia) successivamente, in estate, la visibilità migliora progressivamente fino ad arrivare anche ad oltre 30 metri in autunno, per poi ridiminuire con l’ arrivo delle prime perturbazioni invernali.
Ci sono correnti o altri agenti che limitano l'esercizio della pesca e se si quali?
Ci sono spesso forti correnti ed è necessario valutare bene la loro intensità per poter pescare in sicurezza. Tuttavia i fattori più limitanti sono i venti: se spira un forte grecale o scirocco, spesso non è possibile uscire dal porto in gommone e, se si vuole pescare, è necessario entrare in acqua da terra; la costa è molto frastagliata e anche in condizioni di mare molto mosso si trovano sempre dei punti da cui poter immergersi.
Che tipo di clima ci dobbiamo aspettare in quella zona e quali stagioni sono più indicate per la pesca?
Il clima è mediterraneo, anche se negli ultimi anni l’avvicendarsi delle stagioni è stato sempre meno regolare, passando spesso da giornate temperate e calde a periodi molto più freschi. In genere da giugno ad ottobre inoltrato si può pescare usando una muta da cinque millimetri e la temperatura superficiale dell’ acqua durante tale periodo può variare dai 16-17 ai 24 gradi; questo è anche il periodo migliore per trovare tutti i tipi di prede che frequentano i nostri fondali.
Che tipo di prede sono più comuni li dove pescate voi?
La preda più ambita è sicuramente il dentice, ma si possono trovare anche cernie, ricciole e barracuda, oltre ai saraghi e alle corvine, sono invece molto rari gli incontri con le spigole e le orate.
Che abitudini hanno, vivono in profondità, sotto costa o al largo ?
A seconda della stagione, della temperatura dell’ acqua e molti altri fattori si possono trovare prede a varie profondità. La conformazione dell’isola è tale per cui la costa rocciosa sprofonda velocemente quasi dappertutto, quindi molti pesci si rifugiano in profondità o in tane inaccessibili al pescatore.
In genere pesci come saraghi, cefali e qualche barracuda si possono trovare anche in poca acqua, diciamo entro 8-10 metri, mentre per le altre specie è necessario spingersi più giù, difficilmente potremo catturare cernie o dentici a meno di 15-18 metri di fondo.
Per parlare di dentici infatti si deve fare qualche premessa: sono pesci estremamente diffidenti e che generalmente vivono a profondità superiori ai 20 metri, la loro cattura richiede quindi ottime capacità apneistiche e abilità nella caccia, la tecnica migliore per catturarli è sicuramente l’ aspetto condotto nei punti frequentati dai branchi e in orari in cui il sole non sia troppo alto, altrimenti farli avvicinare a tiro diventa veramente difficilissimo.
I periodi migliori per la cattura del dentice da noi sono la primavera e l’ autunno, mentre in inverno questi pesci sono quasi assenti, in piena estate ci sono, ma c’è anche molto disturbo dovuto al turismo, inoltre spesso il forte termoclino non facilita la loro cattura.
Ci pare di capire che la profondità non vi spaventa, quali sono le vostre quote massime di pesca?
Jacopo:La profondità è una questione che va affrontata con molta calma, gradualità e sotto la guida di un esperto, dopo anni di pratica costante e allenamento ininterrotto riesco a pescare anche oltre 30 metri, tuttavia la maggior parte delle catture le effettuo tra i 18 e i 26 metri.
Parlateci delle secche intorno all’isola del Giglio
La secca dei pignocchi, insieme agli isolotti delle scole sono fra i punti migliori raggiungibili anche partendo da terra, noi li frequentiamo spesso e non è raro incontrarvi branchi di dentici o le ricciole.
Sia alla secca dei Pignocchi e alle Scole si possono trovare però forti correnti, inoltre il fondale degrada repentinamente in diversi punti, quindi le immersioni possono essere pericolose, è preferibile andare sempre in coppia e comunque mantenersi ampiamente entro i propri limiti.
Un luogo mitico per gli incontri con le grandi prede è sicuramente la Secca della Croce essa è situata a circa 600 metri dalla costa e il cappello raggiunge i 7 metri di profondità (il punto a 7 metri è piccolissimo). Per raggiungere tale luogo è indispensabile essere muniti di un imbarcazione e conoscere esattamente le mire per un eventuale ancoraggio. A seconda delle situazioni di corrente e visibilità sarà possibile tentare la cattura di dentici, barracuda, ricciole oltre a palamite e qualche cernia.
La secca della croce è sicuramente un luogo impegnativo, ma conoscendo il posto e pescando nel modo giusto sarà possibile fare diversi tuffi proficui mantenendosi entro i 15 metri di profondità.
Nella parte ovest dell' isola, comunemente detta "dietro l'isola", vi sono diversi luoghi stupendi sia dal punto di vista del paesaggio che da quello venatorio, che si potranno raggiungere solo con l'uso di un’imbarcazione e offriranno spesso la possibilità di avvistare prede di mole. Per citare un paio tra gli spot più famosi potremmo parlare di Cala del Corvo e dello Scoglio di Pietrabona che frequentiamo spesso.
Cala del corvo è una grande insenatura con all'estremità una secca affiorante dalla quale si diramano diverse creste di roccia granitica sommerse situate a varie profondità.
Lo scoglio di Pietrabona è molto interessante, nella parte verso il mare aperto degrada con una lingua di roccia che nella parte a nord, dopo essere precipitata in un canalone, risale dando luogo ad una piccola secca spesso battuta dalla corrente e frequentata da un grande branco stanziale di saraghi.
Ci sono regolamentazioni per la pesca nella tua zona?
Si, come nel resto d’Italia il pescatore subacqueo può catturare fino a 5Kg di pesce al giorno o un pesce singolo di peso superiore, inoltre si possono prendere i molluschi cefalopodi mentre i crostacei e i bivalvi sono vietati. Si possono raccogliere anche i ricci di mare rispettando i periodi di divieto, questi ultimi sono davvero molto gustosi, se usati per condire la pasta.
Ti senti di consigliare qualcosa a chi volesse intraprendere un viaggio di pesca nella tua zona?
Si, consiglierei di non avventurarsi da soli, ma di farsi accompagnare: noi siamo entrambi istruttori federali di Pesca in Apnea e spesso facciamo da guide a chi vuole pescare nelle nostre zone. In più abbiamo delle convenzioni con delle strutture ricettive sull’isola per chi volesse fermarsi per più di un giorno.
Parlateci meglio della vostra attività di istruttori
Ci piace cercare di trasmettere qualcosa ai tanti appassionati che vediamo tentare di pescare senza avere una guida, magari anche rischiando a causa di abitudini sbagliate. La nostra disciplina, se praticata con poca conoscenza, può essere molto pericolosa.
Quindi, spinti anche dalla volontà di alcuni amici, abbiamo frequentato entrambi un corso, organizzato dalla federazione italiana di pesca sportiva e attività subacquee per poter regolarizzare la nostra posizione e diventare istruttori federali.
Abbiamo già tenuto un corso durato circa due mesi raccogliendo molti consensi e questo ci ha reso felici.
Organizziamo però anche corsi molto più brevi, della durata di un solo weekend direttamente all’Isola del Giglio, oppure uscite guidate di poche ore.
I nostri corsi si tengono all’isola del Giglio e a Città di castello in provincia di Perugia e per chiunque fosse interessato, anche al servizio di sola guida, può contattarci via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al numero +39 349-600-11-43.
Raccontateci una vostra esperienza di pesca
Tiziana:Mentre Io e Jacopo usciamo dal porto sono già concentratissima,sento che sto andando ad un appuntamento molto atteso. Inizio a farmi cullare dal rollio del gommone, gli occhi sono socchiusi e il respiro è profondo. Il mio compagno sta facendo rotta verso la mia secca preferita e siamo d’accordo che i primi tuffi saranno miei. Le aspettative sono altissime, so che finalmente sono arrivati “i fantasmi”, i dentici, meravigliosi e sfuggenti. Finalmente siamo sul punto, entro in acqua senza perdere tempo e mi dirigo verso la zona migliore, faccio un tuffo di prova per adattarmi e per fare uscire l’aria dalla muta, affondo in verticale.
Ci siamo, il mio compagno è al mio fianco e mi da un ultimo suggerimento, sono completamente rilassata e allo stesso tempo concentratissima: scendo. Arrivata sul fondo, noto le castagnole sulla mia sinistra formare un muro compatto, davanti a me il blu, sono in attesa, so che spunteranno da un momento all’altro ed eccoli, sulla mia destra nuotano al limite della visibilità due dentici bellissimi. Un grosso barracuda passa sopra la mia postazione, ma non lo degno di uno sguardo. I denticioni spariscono per qualche istante, per apparire poco dopo in branco, ho uno schieramento di musi aggressivi che spuntano dal blu, sono loro, il cuore va a mille aumentando la difficoltà dell’ apnea, ad un primo passaggio sono indecisa se sparare oppure no, ma voglio un tiro sicuro, non sparo.
L’apnea è agli sgoccioli; fin dall’inizio ho concentrato la mia attenzione sui movimenti di un pesce in particolare che non so per quale motivo mi sembrava proprio quello che sarebbe arrivato a tiro e infatti è lui a decidersi, si avvicina fiero e sicuro di sé, è a tiro, sparo di muso … è mio! Risalgo velocemente verso la superficie mentre il mulinello fila sagola, sono talmente emozionata che arrivata, ancor prima di prendere fiato, urlo: “Preso!”. Poco dopo ci troviamo in gommone a contemplare la magnifica preda.
Jacopo:Vi racconto dell’ultimo grosso dentice che ho preso pochi giorni fa.
Siamo usciti dal porto nel primo pomeriggio in gommone e oltre a Tiziana c’era anche mio fratello Niccolò. Dopo aver girato vari spots conosciuti senza fortuna, il mare molto mosso con vento di scirocco iniziava a farci star male. Quindi abbiamo deciso di tornare verso il porto, ma nella mia mente però balenava un pensiero martellante: volevo tentare un ultimo tuffo con quelle condizioni estreme in un posto molto conosciuto e battuto dell’ isola.
Quindi chiesi ai miei compagni un ultimo sforzo e accettarono di fare da barcaioli in mezzo a onde che nel frattempo erano diventate quasi oceaniche:appena entro in Mare mi accorgo che nonostante le condizioni (sta anche iniziando a piovere) l’ acqua è limpida e intravedo il fondo dalla superficie.
Eseguo una planata a pochi metri di profondità per assicurarmi che il punto sia quello giusto, poi mi preparo e scendo. Giunto sul fondo vedo subito alla mia sinistra un grosso dentice che passa dietro una roccia lontana, quindi dirigo il fucile nella sua direzione e aspetto ma, niente, il pesce sembra sparito… passano pochi secondi però, ed ecco che un dentice grosso si stà avvicinando alla mia postazione da tutt’altra direzione, è solo (almeno vedo solo lui tanto sono concentrato), giro il fucile tenendolo bassissimo dietro un piccolo bordo di roccia e il pesce frappone fra me e lui uno sperone di pietra, so per esperienza che quasi sicuramente appena uscirà dall’ altra parte si avvicinerà veloce per qualche istante.
Quindi tento l’ impossibile; decido di anticiparlo, mentre lui passa dietro la pietra, io esco dal nascondiglio e mi porto qualche metro più avanti, la mia intuizione funziona: velocissimo spunta, è a tiro, sparo… Preso! Il dentice accusa subito il colpo che lede leggermente la spina dorsale, la reazione è comunque violenta, ma decido di forzarlo per non farlo intanare o sbattere contro le rocce nel tentativo di liberarsi dall’ asta.
Termino comodamente il recupero dalla superficie, non prima di aver chiamato a squarciagola il mio equipaggio. Vedo la felicità nei loro occhi quando levo in aria il denticione di quasi 7 Kg.
JACOPO E TIZIANA
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